Foto San Calogero di Agrigento 2009

Bagno di folla per l’uscita del Santo Nero, nonostante i 33 gradi, il sole cocente, gli agrigentini non hanno rinunciato a prendere parte alla tradizionale processione mattutina. Dopo i pellegrinaggi nel Santuario durati tutta la mattinata, a mezzogiorno in punto, il Santo portato a spalla dai devoti, si è presentato sul sagrato per accogliere l’abbraccio dei fedeli. Come da programma, i portatori si sono caricati sulle spalle il simulacro per presentarlo alla folla, che come sempre non ha rinunciato a salire sopra la “vara” per baciare e stringere la statua.
La festa è talmente amata dalla città da essere festeggiata per due domeniche consecutive. La prima e la seconda domenica di luglio e la settimana che le separa sono tutte dedicate a San Calogero .

“A questo santo nivuru e beddu, si usa buttare il pane dalle finestre – raccontano alcuni fedeli – questa usanza risale al tempo in cui il Santo nero andava a chiedere l’elemosina per portare da mangiare ai suoi poverelli lebrosi; per evitare il contagio le persone gettavano le loro elemosine dai balconi”.

Rituale che si rinnova soprattutto nelle stradine del centro storico dove certe tradizioni sono ancora vive e resistono nel tempo.
In questo giorno sono ancora tantissimi i fedeli e i panificatori che dedicano quintali di pagnotte alla festa, tantissime le persone che si fanno realizzare pezzi di pane di grano duro su misura, che ricorda la forma delle grazie che hanno ricevuto. A tutto questo, in un alternarsi di religiosità, devozione e preghiere, come tradizione, hanno fatto da cornice le “tammurinate di San Calò”. All’ingresso del Santuario di San Calogero, la gente e i “tamburinara” si sono riuniti in cerchio percuotendo animatamente i tamburi con grande abilità, consuetudine che si è ripetuto per tutte le strade di Agrigento.

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