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Rosario Livatino, in memoria di un giudice scomodo
settembre 21, 2008 by Staff interno
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l giudice Rosario Livatino fu ucciso 18 anni fa, senza pieta’, da un commando mafioso. La sua figura ieri è stata rievocata al palazzo di giustizia di Agrigento, nel corso di un convegno su “Sicurezza, garanzie e processo penale”, alla presenza del guardasigilli Angelino Alfano e del presidente dell’Anm Luca Palamara. Oggi, giorno dell’anniversario, alle 10.30 una messa nella sua Canicatti’.
Erano passate da poco le 8.30 quella mattina del 21 settembre 1990. Rosario Livatino, che il 3 ottobre avrebbe compiuto 38 anni, a bordo della sua Ford Fiesta di colore rosso, da Canicatti’, dove abitava, si stava recando al tribunale di Agrigento. Come sempre, stava percorrendo i duecento metri del viadotto San Benedetto, a tre chilometri dalla citta’ dei templi, quando una Fiat Uno e una motocicletta di grossa cilindrata lo hanno affiancato costringendolo a fermarsi sulla barriera di protezione della strada statale. I sicari, almeno tre, con altri due complici autisti, hanno sparato numerosi colpi di pistola. Alcuni proiettili hanno infranto il lunotto posteriore della Fiesta. Rosario Livatino ha tentato una disperata fuga, ha innestato la marcia indietro per fuggire, ma e’ stato inseguito e bloccato. Ha allora aperto lo sportello di destra cercando scampo nella scarpata sottostante. Colpito da due proiettili alla spalla destra ha continuato a correre, ma i killer lo hanno tallonato sparando altri colpi. Dopo un centinaio di metri e’ caduto. I sicari gli hanno scaricato addosso altri quattro colpi di pistola, due al braccio destro, uno alla tempia destra ed un altro in bocca. E sono fuggiti. Dopo l’agguato, sul viadotto San Benedetto, sono arrivati subito i colleghi del giudice assassinato; da Palermo anche l’allora procuratore aggiunto Giovanni Falcone, e da Marsala il procuratore della Repubblica Paolo Borsellino. (AGI)