Riserva Naturale Integrale Macalube di Aragona
marzo 31, 2008 by Staff interno
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Le macalube di Aragona sono delle suggestive e caratteristiche sorgenti idroargillose che da molti secoli suscitano la curiosità e alimentano la fantasia popolare, facendo nascere intorno a sé alcune credenze e leggende.
L’altopiano
La spettacolarità delle loro manifestazioni, infatti, ha contribuito ad attribuirvi un valore magico-soprannaturale. Si trovano a circa quattro chilometri dal centro urbano di Aragona, in un piccolo altipiano, formatosi sicuramente nel corso degli anni per la continua fuoriuscita d’argilla dal sottosuolo.
L’altopiano domina ad ovest il “vallone di macalube” in cui i rigagnoli che affiorano dalla sua superficie si riservano e determinano la formazione di molti calanchi, con la loro azione erosiva, nel terreno argilloso. L’altopiano, che prende il nome dai fenomeni eruttivi delle macalube, appare come una landa brulla, circolare, estesa per circa un ettaro, ricoperta da una coltre di marne cineree e crepe più o meno profonde.
I vulcanelli
Nel suolo qua e là, senza un ordine preciso, fuoriescono diversi rivoli di fanghiglia argillosa che, a poco a poco, si depositano intorno formando piccoli coni di fango che si ingrandiscono lentamente fino a quando la forza eruttiva non riesce più a mandar fuori il materiale liquido dal sottosuolo e allora il processo eruttivo ricomincia in un altro punto per poi estinguersi quando arriva al suo culmine. La fanghiglia che esce dalla bocca dei coni e si riversa sulle falde somiglia alla lava di un vulcano, ma la sua fuoriuscita avviene dolcemente e debolmente. I coni si formano e svaniscono in continuazione. Durante la manifestazioni eruttive, masse di terra vengono scagliate violentemente a trenta, quaranta metri di altezza e una grande quantità di argilla fuoriesce dalle maccalube come se si trattasse del cratere di un vulcano. La periodicità di questi fenomeni non è costante. Nel complesso il paesaggio, mutevole tetro e misterioso, conserva un forte fascino. Le macalube di Aragona sono in attività da quasi duemila e cinquecento anni, come si attestano alcune testimonianze, ma non è esclusa la loro presenza anche in epoche più remote.
La leggenda
Il rapporto affettivo della popolazione con le maccalube è molto simile al rapporto esistente tra un essere soprannaturale e gli uomini. È ancora viva, nella popolazione aragonese la credenza che nel luogo ove si trovano le macalube un tempo lontanissimo vi era una città di nome Cartagine, seppellita in seguito ad un capovolgimento della terra. La città sommersa di cui si parla nella leggenda è forse quella stessa a cui alludeva Vitruvio, vissuto nell’età di Augusto, allorché parlava di una “fons Carthaginis”. La credenza è sicuramente nata dalla presenza nella zona di qualche insediamento urbano scomparso in seguito ad una eruzione della collinetta delle maccalube. Cartagine, la città sommersa, era un centro opulento e operoso dove la vita scorreva tranquilla e serena finché un giorno, durante una festa religiosa, scoppiò una violenta lite tra due opposte fazioni della popolazione e si offese una divinità, che adirata fece sprofondare nelle viscere della terra tutto il paese. Ogni sette anni, sempre secondo la leggenda, a mezzanotte in punto, al centro della collinetta compare un gallo che si mette a cantare e improvvisamente riaffiora la piazza con il mercato proprio come era quando sprofondò nelle viscere della terra. Chi si trova nelle vicinanze e senza timore riesce ad avventurarsi nel mercato, vedrà tramutato i oro tutto quello che comprerà e potrà arricchirsi in un batter d’occhio. Non deve, però, farsi prendere dalla paura e nell’attraversare la piazza non deve mai voltarsi indietro altrimenti tutto scomparirà improvvisamente come è apparso. Secondo un’altra credenza ancora molto diffusa tra la popolazione locale, ogni anno, tra luglio e agosto all’improvviso, dalle maccalube affiora una canna accompagnata da una fiamma e tutta la terra attorno si capovolge, inghiottendo i coni di fango, i rigoli gli specchi d’acqua.
Nanni Moretti “unnavi chi fari”
complimenti
Per chi volesse recarsi alla Riserva l’entrata è completamente gratuita, presto vi farò sapere locali e B&B del posto che sono convenzionati con la nostra associazione.